Il pianto di Cristo, le Lacrime versate per una landa di
Paradiso adagiata sulla terra degli Uomini. La leggenda e la storia del
vino prodotto dall’Azienda Vinicola Sorrentino si intrecciano a
formare una materia sublime ed affasci-nante, in cui sacro e profano si
rimescolano e danno vita ad un racconto magico di sapore e fede. Un
sentiero denso di aromi e credenze, tutto giocato intorno ad un nuovo
Nettare degli Dei.
Il Vino vesuviano ha origini che si perdono nella notte dei tempi: i
Greci, all’auge del loro Impero, impiantarono sulle falde del
Vesuvio, nei territori dell’allora Magna Grecia, il vitigno
Aminea Gemella Linore, progenitrice di tutte le viti locali odierne e
che, per lo storico Columella, è da ravvisare nell’attuale
Greco del Vesuvio.
Cadenzata dal sole e dal ripetersi immoto delle stagioni, la Storia del
Vino del Vesuvio, riceve una sferzata di energia nel periodo della
potenza di Roma.
Gli antichi dominatori del Mondo, svilupparono a pieno le
potenzialità vinicole della terra del Vulcano, impiantando la
qualità di viti dette Vesuvio, che daranno vita al Lacryma
Christi).
I poeti donano agli uomini nuove visioni del mondo, ed è un
francese Alfred de Musset, ad interpretare al meglio il gusto
celestiale del Lacryma Christi e la sua natura mitica: in Les Caprices
de Marianne, Musset tratteggia i contorni di questa origine divina:
Lucifero, Angelo del Male, scacciato dal Paradiso, riuscì a
rubarne un lembo, e condusse con se, sulla terra, questo brandello
dell’Eden, formando così il Golfo di Napoli.
Addolorato per questa perdita, Gesù Cristo cominciò a
piangere versando lacrime proprio sul Vesuvio, da queste soavi lacrime
sorsero delle viti e un’uva dal sapore angelico: la Lacryma
Christi. La leggenda è di grande impatto ed è felice
perché ben si sposa con l’incantevolezza dei luoghi e col
gusto paradisiaco del suo vino. Lo stesso Curzio Malaparte, ne
“La Pelle” invita gli amici a bere questo sacro, antico
vino, ricordandone l’origine ultraterrena. Oggi, l’Azienda
Vinicola Sorrentino vinifica questa nuova Ambrosia divina nelle
versioni bianco, rosso e rosato D.O.C. (D.P.R. 13/1/83 – G.U.
n° 167 del 26/06/1983.)
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